L'INSEGNAMENTO PROFESSIONALE DELLA DOCUMENTAZIONE IN ITALIA 1951

Un problema che in Italia non è stato ancora adeguatamente trattato e risolto è quello della documentazione. Le ragioni di questa grave trascuratezza sono molteplici: solo da pochi anni si è andato diffondendo ed affermando il criterio della documentazione, intesa quale "tecnica del raccogliere, classificare e diffondere i documenti di qualsiasi genere"; d'altra parte non c'è stata ancora per tale tecnica una cultura ed un insegnamento nelle scuole superiori. Fin'ora per lo svolgimento del lavoro documentario presso i vari organismi documentari esistenti si è provveduto con elementi specializzati nei vari settori della scienza e della tecnica, elementi il più delle volte ignari persino dei più elementari principi di bibliografia. D'altra parte se il sorgere ed il rapido moltiplicarsi di simili organismi, pubblici e privati, sta a dimostrare chiaramente come anche nel nostro paese si sia intesa già da tempo la necessità della documentazione, è evidente pure quanto sia urgente che il lavoro documentario, svolto da ciascuno di essi, sia organizzato ed eseguito secondo criteri scientifici, in modo da poter essere inquadrato in quello svolto dagli altri organismi similari. Solo in tal modo si potrà stabilire quella rete documentaria nazionale che è alla base della rete mondiale di documentazione, uno degli scopi precipui della Federazione Internazionale di Documentazione. Ne consegue che, prima ancora di pensare ad organizzare ed a favorire la nascita di nuovi organismi del genere, sia urgente pensare a formare anzitutto le reclute per il nuovo esercito professionale. Ecco scaturire la necessità di creare delle apposite scuole o dei corsi particolari, dove vengono addestrati coloro che devono svolgere un'attività documentaria, cioè che debbono produrre documentazione, e che io chiamo "documentatori".

Ho usato questo vocabolo, anziché quello più universalmente in voga di "documentalista" perché quest'ultima parola meglio sta ad indicare la persona che, oltre a saper produrre della documentazione, coltiva gli studi documentologici. Fra questi ultimi appunto potranno essere prescelti gli insegnanti da adibire alle future scuole di documentazione.

E' fuori discussione che non si può parlare di insegnamenti della documentazione senza far cenno a quello bibliografico. Ciò è evidente dal momento che la documentazione è sorta in seno alla bibliografia ed anzi, sotto certi aspetti, ne rappresenta un ampliamento ed un aggiornamento, e dal momento che le biblioteche sono, come noto, importanti organismi di documentazione, dei quali si ha costantemente bisogno nell'espletamento del normale lavoro.

La necessità di un insegnamento bibliografico che preparasse il bibliotecario alla sua professione con metodi teorici e pratici fu sentita fin dalla seconda metà dell'ottocento, da quando nel 1865 Tommaso Gar, bibliotecario dell'Università di Napoli, tenne in quell'Ateneo un corso libero di lezioni di bibliologia che, per quanto assai criticate, rappresentano un documento molto importante. Tale iniziativa non ebbe però imitatori per molto tempo, perché la legge proibiva ai funzionari delle biblioteche di attendere, sotto qualunque forma, al pubblico insegnamento. Fu solo nel 1925 che le tanto sospirate cattedre per tale insegnamento poterono avere una rapida attuazione.

Nel 1924-25 si aprì presso l'Università di Padova la Scuola Bibliografica; nel 1925-26 presso l'Università di Bologna, la Scuola di Biblioteconomia ed archivistica e nel 1928-29 presso l'Università di Roma la Scuola per Bibliotecari Paleografi ed archivisti.

La scuola bibliografica di Padova fa parte della Scuola Storico-filologica delle Venezie, ma è autonoma. Si propone la preparazione dei bibliotecari, degli archivisti e degli impiegati dei musei. Il corso è annuale, ma possono iscriversi ad esso gli studenti di lettere o di legge fin dal secondo biennio, di modo che in tre anni di studio con programmi ogni anno nuovi, l'alunno può ricevere una sufficiente guida per l'educazione professionale. Per avere il diploma di archivista-paleografo è necessario seguire quattro corsi generali e sei speciali: Corsi generali: 1) Storia moderna; 2) Paleografia; 3) Storia del Diritto Italiano; 4) Lingue e letterature neo-latine. Corsi speciali: 1) Storia ed istituzioni di Venezia; 2) Diplomatica; 3) Bibliografia generale; 4) Archivistica; 5) Biblioteconomia; 6) Linguistica della Venezia.

La scuola di Biblioteconomia ed Archivistica di Bologna è indipendente da qualsiasi altra scuola ed ha la qualifica di Scuola di perfezionamento. Il corso è annuale per laureati di Lettere e Giurisprudenza. Gli insegnamenti impartiti sono: 1) Paleografia latina; 2) Storia moderna e storia antica; 3) Storia del Diritto Italiano; 4) Diritto ecclesiastico; 5) Bibliologia e Biblioteconomia; 6) Un materia filologica per i laureati in legge ed una materia per i laureati in lettere.

La Scuola per bibliotecari Paleografi ed archivisti di Roma fa parte della Scuola di Perfezionamento in Storia Medioevale e Moderna. Il corso biennale a cui possono iscriversi i laureati di tutte le facoltà, purchè provvisti di Diploma di maturità classica, è diviso in due sezioni che danno luogo a due Diplomi distinti, di Bibliotecario-Paleografo e di Archivista-Paleografo, i quali costituiscono titolo specifico nei concorsi per l'ammissione nei Ruoli del personale Gruppo A - laureati - delle Biblioteche Pubbliche Governative e degli Archivi di Stato. Le materie insegnate sono: 1) Paleografia latina; 2) Bibliografia; 3) Archivistica; 4) Bibliologia e Biblioteconomia; 5) Diplomatica; 6) Paleografia greca e Papirologia; 7) Storia delle Arti decorative del manoscritto e del libro; 8) Lingua e letteratura latina medioevale; 9) Istituzioni giuridiche medioevali; 10) Storia dell'ordinamento amministrativo e giudiziario dei singoli stati italiani; 11) Filologia romanza; 12) Storia della lingua italiana; 13) Storia medioevale; 14) Storia moderna.

Una vera e propria cattedra, la Scuola speciale per Bibliotecari ed archivisti paleografi, fu istituita presso l'Università di Firenze con R.D.L. 29 ottobre 1925. Essa conferisce il Diploma di Bibliotecario Paleografo e quello di Archivista Paleografo. Il corso triennale può essere aumentato di un anno di perfezionamento in Paleografia latina, paleografia greca o Diplomatica. Alla Scuola possono essere iscritti i Laureati in Lettere o in Giurisprudenza o in Scienze sociali, sempre purchè forniti di Diploma di maturità classica; gli impiegati di 1^ categoria delle Biblioteche e degli archivi di Stato (Iscrizione al terzo anno); i diplomati in Paleografia latina o greca e Diplomatica preso Istituti pubblici dello Stato, purchè forniti di Diploma di Licenza o di maturità classica; gli studenti in Lettere o in Giurisprudenza che abbiano superato il primo biennio di studi (iscrizione al 1° anno). Le materie insegnate sono: Primo anno: 1) Paleografia latina; 2) Paleografia greca; 3) Diplomatica; 4) Storia medioevale e storia moderna; 5) Istituzioni di diritto romano e medioevale; 6) più un corso a scelta. Secondo anno: 1) Paleografia latina; 2) Diplomatica; 3) Paleografia o Istituzioni di diritto romano e medioevale; 4) Biblioteconomia; 5) Archivistica; 6) Bibliografia generale e storica. Terzo anno: 1) Paleografia latina; 2) Paleografia greca; 3) Diplomatica; 4) Istituzioni di Diritto romano e medioevale; 5) Bibliografia generale e storica; 6) Esercitazioni di Biblioteconomia (tali insegnamenti sono per la Sezione di Biblioteconomia). Per la sezione di Archivista le materie segnate sono: 1) Paleografia latina; 2) Paleografia greca; 3) Diplomatica; 4) Istituzioni di Diritto medioevale romano; 5) Esercitazioni di Archivistica.

Con il R.D. 17 maggio 1943 venne istituito presso l'Università di Milano un posto di professore di ruolo, riservato all'insegnamento della Biblioteconomia e Bibliografia, in seguito alla donazione fatta all'uopo a detta Università dalla Casa editrice Ulrico Hoepli di Milano.

Presso le Università di Napoli, Torino, Palermo, Pisa, Cagliari, si tengono dei corsi liberi facoltativi, presso le rispettive Facoltà di Lettere, di Bibliografia e Biblioteconomia, di Bibliologia.

Nel 1935 vennero istituiti dei corsi di preparazione per gli uffici ed i servizi delle Biblioteche popolari, nelle principali sedi delle Biblioteche Governative e Comunali. I corsi constano di almeno venti lezioni e sono tenute dal bibliotecario incaricato della Direzione del corso stesso.

Per essere ammessi ai corsi è richiesto il Diploma di Scuola media di secondo grado; possono però essere ammessi, anche se non siano forniti del citato titolo di studio, i funzionari delle biblioteche aperte al pubblico e le persone che, a giudizio del Soprintendente Bibliografico, mostrino adeguata cultura e particolare attitudine agli Uffici ed ai servizi di Biblioteca. I programmi di tali corsi vertono di norma, sui seguenti argomenti: Il libro (nozione di storia della stampa; struttura del libro moderno); Criteri morali politici, religiosi per la scelta dei libri e norme per l'acquisto ei libri (Cataloghi, bollettini, listini, ecc.); Scaffalatura e arredamento della Biblioteca; Registro d'Ingresso; Bollatura; Schedatura; Cataloghi; Prestito; Biblioteche e servizi speciali; Notizie sopra le Biblioteche ambulanti, portuali, marinare, alberghiere, di stazioni turistiche, giardini di lettura, ecc.; Regolamento della Biblioteca; Coordinamento con altre Biblioteche della stessa sede; Statistica; Amministrativa della Biblioteca; Legatura; Conservazione e disinfezione del libro; Revisioni periodiche; Nozioni sul movimento letterario contemporaneo in Italia e all'Estero, sul prezzo dei libri, sui Bollettini correnti di informazioni bibliografiche, ecc.; Principali libri di consultazioni correnti, Enciclopedie, Dizionari, Repertori.

La scuola Vaticana di Biblioteconomia, aperta da Pio XI nel 1934, presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, con il fine di istruire i giovani ecclesiastici e religiosi nei moderni metodi di ordinamento e governo delle Biblioteche è degna di essere segnalata. Alla scuola, alla quale sono ammessi attualmente anche i laici, gli alunni debbono essere forniti di un titolo di studio non inferiore alla Licenza liceale o ad un altro grado equivalente. Il corso ha la durata di un anno e comprende l'insegnamento delle seguenti materie: 1) Bibliografia; 2) Catalogazione; 3) Ordinamento generale e servizi di biblica; 4) Storia del libro. Al termine del corso gli alunni possono ottenere il diploma relativo sostenendo gli esami scritti e orali nelle forme stabilite. La sede della scuola è una apposita aula presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.

Non si può fare a meno di segnalare in questa sede la Scuola Paleografica del Vaticano, che proviene dalle due grandi Biblioteche ecclesiastiche in Italia: la Biblioteca Apostolica Vaticana e la Biblioteca Ambrosiana. Scuola alla quale appartennero, oltre a Monsignor Cuiani, forse uno dei più insigni maestri, Pio XI, Isidoro Carini, Bruno Katterbach, Giovanni ed Angelo Mercati, Giovanni Galbiati, tutti illustri paleografi italiani.

Certo dall'esposizione fatta fin'ora sull'insegnamento bibliografico in Italia risulta evidente che tale insegnamento è volto particolarmente ad una preparazione umanistica, più che tecnica degli allievi; il che dà luogo alla formazione del bibliotecario-conservatore, il quale è portato a dare maggior considerazione ai manoscritti, agli incunaboli, ai rari che non agli stampati moderni. D'altra parte, questa caratteristica è pienamente comprensibile dal momento che le nostre maggiori Biblioteche conservano ricche e numerose collezioni di antichi manoscritti, di valore inestimabile (1).

A questo punto è interessante dare un rapido sguardo alle principali tappe dell'evoluzione cronologica dell'insegnamento professionale della bibliografia e della documentazione nel mondo, così come sono indicate in un'importante relazione della Sig.ra Briet, della quale avremo occasione di parlare più diffusamente in seguito.

La prima nazione che promosse l'insegnamento della bibliologia e della biblioteconomia fu la Francia: già agli albori del secolo XIX durante il periodo napoleonico, l'Achard propose un vero e proprio programma di insegnamento della scienza bibliologia. Se tale insegnamento non potè essere allora definitivamente e solidamente costituito, tuttavia servì a preparare il terreno all'Ecole des Chartes, fondata nel 1821, che comprendeva nel suo programma notevoli insegnamenti bibliologici. Il celebre istituto, che ancora funziona con i primitivi fondamenti, ha avuto un ulteriore sviluppo negli ani successivi. Nel 1859 si costituiva in Spagna la Corporazione degli Archivisti e Bibliotecari spagnoli; nel 1886 si fondava nell'America del Nord la vera prima scuola per bibliotecari.

Il periodo che va dal 1886 all'inizio della prima guerra mondiale è caratterizzato dai seguenti avvenimenti: la professione bibliotecaria organizza il suo regolare reclutamento, i bibliotecari cominciano a raggrupparsi in associazioni professionali e tali associazioni costituiscono sporadicamente insegnamenti temporanei o permanenti. I due fatti più rimarchevoli di questo periodo sono: la creazione del Diploma di bibliotecario dell'Associazione di Bibliotecari inglesi nel 1893 ed il Decreto dello stesso anno, relativo al reclutamento ed alla formazione dei bibliotecari universitari in Francia.

Nel periodo che va fra le due guerre mondiali le scuole si moltiplicano dovunque; a Parigi è fondata la prima scuola internazionale dei Bibliotecari nel 1923, che rimane in quella città sino al 1929. Il problema dell'insegnamento professionale è posto nel 1935 sul piano internazionale con la pubblicazione, assai nota, dell'Istituto della Cooperazione Intellettuale "Ruolo e formazione del Bibliotecario".

Durante la seconda guerra mondiale l'organizzazione professionale, per ovvi motivi, non fa progressi degni di nota.

Dal 1944 si notano dovunque i primi risvegli del problema. In Francia, in quell'anno, viene creata la Direzione delle Biblioteche e nel 1945 si organizza un primo Corso ufficiale di Documentazione. Gli anni che vanno dal 1947 al 1950 segnano un'intensa e proficua ripresa del problema dell'insegnamento, soprattutto per iniziative della Federazione internazionale di Documentazione - F.I.D. -, e successivamente per opera della Federazione Internazionale delle Associazioni delle Biblioteche - F.I.A.B. - sotto gli auspici dell'UNESCO. Una commissione mista, composta di rappresentanti della F.I.D. e della F.I.A.B., sotto l'egida dell'UNESCO ha condotto, negli anni 1948-49 una importantissima inchiesta in tutti i principali Stati del mondo sull'insegnamento professionale dei bibliotecari e dei documentalisti. Sono state raccolte informazioni su 49 nazioni: tutto il prezioso materiale raccolto per tale inchiesta è stato infine rielaborato ed esaminato esaurientemente in un ampio "Rapporto finale presentato dalla Sig.ra S.Briet", autorevole membro della commissione.

Nell'esaminare il problema dell'insegnamento professionale della Documentazione in Italia ritengo necessario anzitutto esaminare i risultati del rapporto in parola, soffermandomi su quelle nazioni che curano, in modo particolare, proprio l'insegnamento della documentazione.

Nell'Unione del Sud Africa, e precisamente a Pretoria, esiste una scuola di Biblioteconomia annessa all'Università, nella quale vengono impartiti i seguenti insegnamenti: a) Scienza del libro e della documentazione; b) Storia sociale e culturale della Biblioteca; c) Catalogazione; d) Amministrazione ed organizzazione delle Biblioteche, Organizzazione della rete nazionale; e) Teoria delle scienze bibliotecarie: nozioni, metodologia, d enciclopedia; f) Psicologia e sociologia della lettura; g) Scienze archivistiche e museografia.

In Argentina la Biblioteconomia si è messa sotto il vessillo dell'Otlet e si è integrata come Documentazione, in modo da conferire a tale disciplina un carattere di servizio sociale molto dinamico.

In Belgio pur essendo poco coordinati gli insegnamenti per i documentalisti, tuttavia è da segnalare in modo particolare la Scuola provinciale di Bruxelles che, soprattutto nella prima sezione, di tipo francese, ha per oggetto il perfezionamento di bibliotecari in funzione nelle Biblioteche pubbliche, la preparazione dei bibliotecari alle loro funzioni nelle Biblioteche scientifiche. I corsi di questa sezione si indirizzano anche agli impiegati di Case editrici, di Librerie e di Servizi di Documentazione. Nel secondo anno del corso gli allievi si preparano alle Biblioteche pubbliche importanti; vi si insegna la Bibliografia critica di tutte le branche dell'attività e del sapere. Nel terzo anno gli allievi preparano sotto la direzione di un insegnante una tesi personale.

In Ungheria, dal 1949, un Comitato nazionale l'O.K.K. ha istituito dei corsi di Documentazione, nei quali la Biblioteconomia figura, fra le altre materie ad un buon posto; vi si insegna la Classificazione decimale universale, la normalizzazione, la catalogazione, la classificazione, l'analisi dei documenti, il servizio presso i Centri di Documentazione.

Nell'Olanda una delle sezioni della Nederlandse Verenining van Bibliothecarissen, quella delle Biblioteche specializzate, ha creato un insegnamento adatto ai bisogni dei suoi aderenti. I corsi, organizzati dopo il 1945, comportano tre diversi indirizzi: Biblioteconomia e Documentazione; Biblioteche specializzate; Documentazione specializzata.

In Polonia il Ministero dell'Educazione organizza dei cicli di conferenze sulla bibliografia e sulla Documentazione; l'Istituto di Documentazione Scientifico cura l'organizzazione di lezioni sulla Documentazione.

In Svizzera la Scuola di Ginevra forma dei segretari-bibliotecari, atti al servizio delle Biblioteche ed ai lavori di ufficio: la bibliografia, la storia del libro, la documentazione, il latino bibliografico, hanno il loro posto nei programmi della scuola, accanto alla dattilografia, alla contabilità ed al diritto. L'Associazione svizzera di Documentazione ha organizzato ogni anno, nelle più importanti città, conferenze su particolari soggetti, relativi alla riproduzione grafica, ai brevetti, alla classificazione, ecc.

In Inghilterra, dove l'insegnamento della Biblioteconomia è stato sempre particolarmente curato, i bibliotecari sono alla testa del movimento per l'insegnamento della Documentazione, tanto che i documentalisti non arrivano a creare un insegnamento separato di tale disciplina. L'Associazione per le Biblioteche specializzate non è ancora riuscita a creare un insegnamento autonomo da quello del bibliotecario.

Non è esclusa un'intesa fra l'Associazione per le Biblioteche specializzate circa un insegnamento separato della Documentazione, ma il problema non si presenta di facile attuazione.

In Cecoslovacchia la Documentazione ha beneficiato negli ultimi anni di uno sviluppo molto accelerato. Due corsi esistono a Praga: il primo di Documentazione tecnica e di classificazione decimale universale, istituito presso La Biblioteca Politecnica, destinato ai Bibliotecari ed ai Documentalisti delle Amministrazioni, degli Istituti di ricerca e delle Imprese nazionalizzate. Il programma è consacrato allo studio del lavoro documentario e dei mezzi tecnici della Documentazione. Il secondo corso di documentazione economica e di classificazione decimale universale preso il Centro di Documentazione Economica dell'Istituto Cecoslovacco del Lavoro. Il programma comprende le seguenti materie di insegnamento: Documentazione economica; Normalizzazione; Attrezzatura; Fotocopie; Archivi e fascicoli; Organismi documentari; Traduzioni; Organizzazione della documentazione in Cecoslovacchia ed all'estero; Fonti di reperimento.

La Germania, pur presentando un apparato organico ed un alto livello di insegnamento sistematico delle discipline bibliografiche, non possiede ancora un vero insegnamento della Documentazione; i documentalisti tedeschi stanno ricostruendo la loro associazione, e presto affronteranno anche tale problema.

Negli Stati Uniti d'America la questione della documentazione non è stata ancora posta; in questo paese, che pure dispone di ottime e numerose scuole di biblioteconomia, la Documentazione è vista solamente dal punto di vista della riproduzione fotografica dei documenti. La prova evidente di quanto sopra la si ha esaminando come è stato affrontato il problema della Documentazione nella grande nazione americana. Moltissime biblioteche pubbliche, grazie alle loro riserve finanziarie, tanto superiori a quelle europee, hanno potuto offrire al pubblico un certo numero di sezioni, adibite esclusivamente a discipline specializzate: tali sezioni "Reference-Department" hanno generato spontaneamente dei veri e propri centri di Documentazione. Se l'interesse per i problemi della Documentazione ha trovato scarsa eco negli Stati Uniti ciò è stato causato appunto dal fatto che la Documentazione esiste praticamente nelle pubbliche biblioteche, le quali inspirate ad un concetto eminentemente pratico e dotate di mezzi adeguati, hanno potuto rispondere via via a tutte le questioni del loro pubblico. D'altra parte, un considerevole numero di biblioteche specializzate si è andato istituendo presso le Amministrazioni pubbliche e private, presso gli Istituti scientifici, sì da provocare l'opportunità di raggruppare in apposite associazioni di Biblioteche specializzate. Esistono molti centri di Documentazione, che non portano tale nome, pur avendo da molto tempo le caratteristiche di questi organismi ed essendo debitamente attrezzate con personale specializzato, che attende scrupolosamente allo spoglio dei periodici, per trarne le notizie utili alla Documentazione.

Si è lasciata deliberamene da parte la Francia perché in tale nazione il problema dell'insegnamento della Documentazione è stato risolto ormai nella maniera più organica ed esauriente.

Sin dal 1934, in una seduta plenaria dell'Unione francese degli organismi di Documentazione, fu approvato dopo lunga discussione un programma, assai interessante, per una Scuola nazionale di Documentazione. Tale programma comprendeva per sommi capi i seguenti argomenti: a) Il documento, forme e produzione della documentazione; b) L'inventario della produzione intellettuale; c) Il raggruppamento della documentazione; d) La diffusione della documentazione. Erano anche previsti insegnamenti specializzati per ciascuna delle discipline, scientifiche e tecniche, sviluppando lo studio delle fonti, i depositi di documenti, lo studio degli strumenti di lavoro e degli istituti di ricerca e di insegnamento.

Ma fu solo dal 1945 che la Documentazione assunse il carattere di un insegnamento distinto da quello impartito nelle Scuole per bibliotecari, presso l'Unione francese degli Organismi di Documentazione. Da quell'anno al dicembre del 1950 esistevano, presso tale Ente i seguenti corsi:

Corsi preparatori di Documentazione, aventi lo scopo della formazione tecnica degli "aiutanti documentalisti". Il programma dei corsi è il seguente: 1) Introduzione: l'aiutante documentalista; la documentazione; il documento; tipi di documenti. 2) Copia e riproduzione dei documenti: lettura di documenti diversi; disegni e abbreviazioni correnti; copia delle schede in caratteri latini e non latini; presentazione di lettere, rapporti, schemi, fascicoli, registri; composizione tipografica e dattilografica; processi di duplicazione e di riproduzione dei documenti. 3) Costituzione di uno schedario: Lo schedario; la scheda; macchine perforatrici; redazione di schede semplici; schede di autore, di collana, di periodici, di articoli di periodici, di documenti diversi; nozioni sulla classificazione; esercizi di classificazione alfabetica, numerica, cronologica, geografica, sistematica; notazione decimale. 4) Costituzione di un fascicolo: il fascicolo; definizione e materiale, fascicoli per soggetti, affari, questioni, archivi amministrativi o di gestione. 5) Costituzione di un volume: il volume; rilegatura; fogli mobili; stampigliatura; preparazione di un volume per la rilegatura; raccolta e rilegatura di periodici. 6) Conservazione dei documenti: il materiale di conservazione; i magazzini; collocazione; classificazione sugli scaffali di documenti grafici e non grafici. 7) Comunicazione dei documenti: la sala di consultazione; gli apparecchi di lettura; il prestito; la spedizione. 8) Conclusione: Organismi di Documentazione; la Documentazione in Francia.

Corsi Tecnici di Documentazione hanno più particolarmente per scopo la formazione tecnica dei documentalisti e dei quadri dirigenti delle Sezioni, dei Servizi e degli Uffici di Documentazione. Il programma di tali corsi comprende per il primo anno: 1) La documentazione, i documenti. 2) La rete documentaria. 3) Biblioteconomia, Archivistica, Museografia. 4) Ricerca, Selezione, Raccolta. 5) Conservazione, Classificazione, Catalogazione. 6) Lavoro di analisi, Comunicazione, Prestito. 7) Mezzi di rappresentazione e di diffusione del materiale documentario. 8) Attrezzatura ed organizzazione documentaria. 9) Organizzazione e gestione. 10) Utenti e tecnici della documentazione.

Per il secondo anno il programma è il seguente:

1) Sezione amministrativa, legislativa e statistica, economia industriale e sociale. 2) Sezione scientifica e tecnica.

Nel dicembre del corrente anno con Decreto Ministeriale l'insegnamento curato dalla suddetta Unione è stato incorporato nel Conservatorio delle Arti e Mestieri. E' stato creato l'Istituto Nazionale delle Tecniche della Documentazione. Due anni di studio saranno necessari per ottenere il diploma dell'Istituto, il quale "ha per oggetto principale di impartire l'insegnamento della Documentazione scientifica, economica e tecnica e di assicurare il perfezionamento professionale degli specialisti. L'Istituto potrà inoltre promuovere e dirigere qualsiasi ricerca tendente al miglioramento dei metodi ed al progresso dell'attrezzatura dei servizi di Documentazione". La commissione tecnica dell'Istituto comprende rappresentanti dell'insegnamento tecnico e rappresentanti dell'insegnamento superiore, fra i quali il Direttore dell'Insegnamento tecnico, il Direttore dei Servizi delle Biblioteche ed il Capo del Servizio di Documentazione del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica. L'Unione francese degli organismi di Documentazione ha il suo posto in questa commissione; essa conserverà un ruolo importante nell'organizzazione dell'insegnamento e nella gestione finanziaria dell'Istituto stesso. I corsi hanno luogo presso il Conservatorio di cui sopra; il programma di studi sarà all'incirca lo stesso di quello dei Corsi tecnici di Documentazione (primo e secondo anno). I corsi preparatori di Documentazione saranno ancora assicurati sotto la sola responsabilità della U.F.O.D., e si spera che il brevetto di aiutante-documentalista, che li sanziona, si possa trasformare in un prossimo avvenire in un certificato di attitudine professionale.

Si è avuta altresì notizia che presso la Scuola tecnica di fotografia e di cinematografia di Parigi si è iniziato un corso denominato: "Sezione microfilm". Il corso comprenderà tre distinti insegnamenti: a) un corso rapido e pratico della durata di tre mesi per la formazione di aiuto operatori per apparecchi per microfilm; b) un corso completo, della durata di un anno, per la formazione di fotografi specialisti in microfilm; c) un corso completo, di due anni, per la formazione di tecnici specializzati in fotografia documentaria e scientifica con ogni tipo di apparecchi, da presa e da proiezione.

Da tutto quanto sopra detto risulta chiaramente quale interessamento e quanta cura viene data in Francia alla preparazione dei documentalisti.

Ora, dopo questo largo ed interessante giro d'orizzonte è bene ritornare in casa nostra, per vedere quali siano i problemi di carattere pratico da affrontare più urgentemente. Anzitutto, non bisogna lasciarsi prendere la mano dal desiderio di stendere grandiosi programmi, curati anche nei minimi particolari, per l'istituzione di una importante Scuola nazionale di Documentazione, con lo scopo di riguadagnare il tempo perduto e di sanare, nel giro di pochi anni, la carenza di personale adeguatamente preparato per il lavoro documentario.

Allo stato attuale delle cose, sarebbe opportuno che l'insegnamento della Documentazione in Italia penetrasse per gradi, evitando che i suddetti programmi, a vasto respiro, avessero effetti controproducenti, in quanto elargendo un numero eccessivo di cognizioni teoriche, non darebbero quei risultati di carattere pratico ai quali occorre maggiormente mirare. D'altra parte, come si è avuto modo di vedere più sopra, l'insegnamento bibliografico in Italia è volto prevalentemente al personale destinato a lavorare presso le Biblioteche umanistiche, governative o comunali, che sono in netta prevalenza. Pertanto tutto il personale adibito alle biblioteche specializzate, che pure sono numerose, viene ad essere completamente escluso da tali insegnamenti. Manca ancora una rete organizzativa delle Biblioteche specializzate italiane e questa grave lacuna porta delle ripercussioni negative nel campo del lavoro documentario.

Per quanto sopra detto si riterrebbe opportuno ed urgente che venissero approntati i seguenti provvedimenti:

1° L'istituzione di Corsi preparatori di documentazione, sul tipo di quelli esistenti in Francia, (1) con finalità quindi prevalentemente pratiche. Essi dovrebbero permettere agli impiegati di amministrazioni pubbliche o di imprese private di perfezionare i loro metodi di lavoro in modo articolare di specializzarsi nelle funzioni più interessanti della Documentazione. Altro scopo di tali corsi sarebbe quello di far sì che i giovani potessero acquistare nozioni di carattere generale sulla tecnica documentaria ed un diploma che renda loro più facile l'ingresso nei servizi amministrativi di organismi pubblici o privati. Tali corsi, della durata non superiore ai tre mesi, comprenderebbero oltre una parte teorica, molte esercitazioni pratiche. Queste ultime dovrebbero avere grande importanza, perché non solo coopererebbero a rafforzare e precisare le nozioni teoriche, ma servirebbero a dimostrare con la esemplificazione dei casi generali e particolari la realtà delle funzioni, lo sviluppo delle operazioni indispensabili in qualsiasi organismo documentario. Tali corsi tenuti o a cura di un Comitato Nazionale di documentazione che raggruppi organicamente gli enti pubblici o privati e le persone che si interessano ai fini della documentazione sotto l'egida del Consiglio Nazionale delle Ricerche che è Membro effettivo nazionale della F.I.D., o a cura di un organismo centrale che riunisca tutti i gruppi industriali, quale la Confederazione Generale dell'Industria Italiana tenderebbero alla formazione di quei "consulenti di documentazione", documentatori specializzati, che giustamente propone l'Ing. Alessandra Omodei nella sua relazione su "La documentazione e l'industria" e dei quali è così viva oggi la necessità. Ecco perché occorrerebbero lezioni impostate non tanto sui principi generali scientifici della Bibliografia, della biblioteconomia, della bibliologia, ecc., quanto su dati pratici relativi al documento, alla sua conservazione, valorizzazione, utilizzazione e diffusione.

2° L'affiancamento a ciascuna delle scuole di biblioteconomia di Roma, Firenze, Bologna e Padova di un corso della durata di un anno di Elementi di documentologia. Tale corso dovrebbe comprendere, a grandi linee, i seguenti concetti: 1) La documentologia e le sue finalità scientifiche; 2) Lineamenti storici della documentologia; 3) Forme e produzione dei documenti; 4) Organismi documentari. Questi corsi potrebbero servire a conferire, indirettamente, alle attività delle biblioteche umanistiche un carattere di servizio sociale più dinamico, e potrebbero da altra parte favorire lo svolgimento del lavoro documentario anche presso quelle istituzioni, in certo senso antiquate, che sono appunto le biblioteche in parola. Tale insegnamento è, del resto, assai diffuso anche all'Estero, come si è visto più sopra e come, fra l'altro, è impartito, da poco tempo, presso la Columbia University.

3° L'istituzione, sempre in seno al Comitato Nazionale di documentazione, di un Comitato di studi documentologici, presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Comitato dovrebbe essere dotato di una biblioteca specializzata, di un archivio documentario (comprendente una filmoteca), di uno schedario e di un laboratorio sperimentale, destinato a seguire gli sviluppi dei mezzi tecnici della documentazione, mettendolo perciò in condizioni di acquistare macchine ed strumenti per saggiarne l'impiego ed il rendimento, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello economico. Il Comitato dovrebbe curare altresì la pubblicazione di una Rivista Italiana di Documentazione e farsi promotore di cicli di conferenze da tenersi presso le Facoltà più importanti, soprattutto presso quelle di carattere scientifico e tecnico, illustrando i più attuali problemi della Documentazione e propagandando la necessità di frequentare i Corsi preparatori di Documentazione, di cui al numero 1°.

E' dall'affermazione di un simile Comitato di studi che potrebbe poi partire, in un secondo tempo, la costituzione di quella Scuola Nazionale di Documentazione che è nelle aspirazioni di molti documentalisti italiani.

Non posso fare a meno, nel chiudere questa mia relazione, di richiamare l'attenzione dei congressisti sull'opportunità che gli studi documentologici vengono dovunque intensificati per raggiungere ad una maggiore chiarezza dei limiti e delle finalità scientifiche della nuova Scienza della documentazione, la Documentologia. Essa sta uscendo in effetti poco a poco, faticosamente, dall'empirismo e solo da qualche decennio ha cominciato ad utilizzare metodi strettamente scientifici; questa nuova scienza, basata sull'uso del metodo sperimentale, tende in effetti ad unificare organicamente l'insieme degli studi relativi alla produzione, alla circolazione, alla valorizzazione e all'evoluzione del documento, inteso quale attestazione della civiltà scritta. A tal uopo è opportuno segnalare in modo particolare la carenza, a tutt'oggi, di adeguati libri di testo ed il problema, ancora non risolto, della terminologia documentaria.

Mentre si auspica una sollecita realizzazione in Italia dei progetti sopra esposti ed una pronta ripresa delle trattative, a suo tempo intercorse fra il C.N.R. e i principali organismi italiani di documentazione, per la reale costituzione del Comitato italiano in seno alla FID, base essenziale per un fecondo sviluppo della documentazione in Italia, si termina la presente relazione formulando, con fiducia, i due voti che si presentano ai Signori Congressisti:

1° che gli studi documentologici siano d'ora in avanti maggiormente aiutati e potenziati, mediante, fra l'altro, l'istituzione di apposite borse di studio, istituite dalla Federazione Internazionale di Documentazione o dai più importanti organismi documentari, allo scopo di risvegliare l'interessamento ed il favore della gioventù studiosa;

2° che sia accolto il principio dello scambio internazionale di documentalisti, da effettuarsi tramite i rispettivi Comitati nazionali della F.I.D., da mantenere in servizio per un periodo di circa un semestre, presso importanti Organismi documentari o presso le Scuole di Documentazione, e che tale proposta non tardi ad avere le sue pratiche applicazioni.

(1) Le nozioni su riportate sono state da me desunte dalla importante opera del Dr. U.Costa "Il Codice delle Biblioteche Italiane", 2^ ed:, Roma, Libreria dello Stato, 1949

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